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lunedì 17 settembre 2012

Vivere in castità

Ripubblico una delle prime lettere che mi ha scritto una giovane e cortese lettrice del blog vocazionale, che alcuni mesi dopo mi ha confidato di voler donare a Gesù buono il resto della sua vita.

Egregio fratello in Cristo [...] voglio congratularmi con lei per l'ottimo sito. Certamente ci sono molti siti che parlano della vocazione ma molti di essi non fanno altro che spingere verso la rilassatezza e si insegna a vivere come i laici. [...] Sempre più spesso ci viene insegnato che la possibilità di servire il Signore e di arrivare alla santità è uguale in tutte le vocazioni, anzi sempre più spesso si mette il matrimonio al di sopra della vocazione religiosa.

Io non voglio sminuire la bellezza del matrimonio, ma mi sembra chiaro che chi sceglie la via della consacrazione percorre una strada più facile per arrivare alla santità. Certamente, se poi si entra in un ordine rilassato, è molto più difficile arrivare alla santità. […] Volevo informarla che fra i suoi lettori, oltre ai coniugati, ci sono anche giovani non sposati. Io, per esempio ho 25 anni e non sono sposata e sono sicura che ci saranno molti altri giovani come me a leggerla.

Che la Madonna Immacolata la protegga sotto il suo manto.

Un cordiale saluto

(lettera firmata)

Carissima,
                 San Giovanni Crisostomo ha scritto delle splendide omelie sulla verginità che spiegano magistralmente il capitolo 7° della Prima Lettera di San Paolo Apostolo ai Corinzi. Pur essendo il matrimonio una cosa buona, è chiaro che la vita verginale è preferibile a quella coniugale. E' San Paolo (dovrei dire lo Spirito Santo per mezzo di San Paolo) che consiglia lo stato verginale, mentre il matrimonio lo raccomanda solo alle persone che per pigrizia sono “incontinenti”, poiché in quest'ultimo caso è meglio sposarsi anziché ardere dalla concupiscenza. Le persone sposate pensano a piacere al proprio coniuge, mentre le persone che per amor di Dio rimangono vergini, si dedicano principalmente a piacere al Signore. Nonostante le persone sposate siano la stragrande maggioranza della popolazione, la maggioranza dei santi canonizzati hanno vissuto nella verginità, o perlomeno, dopo aver perso la verginità hanno vissuto gran parte della loro vita nella castità (pensiamo a Santa Rita e Santa Margherita da Cortona). Coloro che non se la sentono di vivere in assoluta castità e preferiscono sposarsi, cerchino almeno di trovare un coniuge timorato di Dio col quale costruire una famiglia davvero cristiana come quella di Luigi Martin e Zelia Guerin, i zelantissimi genitori di Santa Teresa di Lisieux.

Approfitto dell'occasione per porgerti i miei più cordiali saluti in Cristo Redentore e Maria Corredentrice,

Cordialiter