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giovedì 6 marzo 2014

Salvato dalla morte


[Brano tratto da "San Giuseppe - Mese in suo onore" di Don Giuseppe Tomaselli, Imprimatur Messanae, 30 - 9 - 1962 Can. Pantaleon Minutoli Pr. V. G.]

Era la vigilia della festa di San Giu­seppe. In uno scompartimento del treno Magonza-Colonia stavano due viaggiatori, un Sacerdote ed un mercante.

Il Sacerdote si accorse che quel signore pregava; lo interruppe nella preghiera e gli rivolse qualche domanda. Venne a sapere che era molto devoto di San Giu­seppe e che rientrava in famiglia per trascorrere la festa del Patriarca con la mo­glie ed i figli. 

- Dunque, disse il Sacer­dote, San Giuseppe è il vostro Patrono? 

- No, è il Patrono di mia moglie, che si chiama Giuseppina. Il 19 Marzo mi è tan­to caro per tutto ciò che nella vita mi è capitato. Fui educato cristianamente; nella gioventù mi allontanai dalla Reli­gione. Mia moglie si affliggeva a vedermi trascurato nell'anima; quando essa alla sera pregava davanti ad un altarino di San Giuseppe, io la burlavo. Cinque an­ni addietro, in occasione del suo onoma­stico, le feci un bel regalo; ricevendolo mi disse: Avrei preferito un regalo più prezioso! - E quale? - La tua anima! - e cominciò a pian­gere. Per consolarla le promisi di acconten­tarla.

M'invitò ad andare in Chiesa in sua compagnia per ascoltare la predica su San Giuseppe. Accettai. Il predicatore disse fra l'altro: Mai nessuno ha invocato San Giuseppe, sen­za sentirne la protezione!

Uscendo dalla Chiesa, la moglie mi disse: Tu che spesso sei in viaggio, pro­mettimi che nei pericoli invocherai sem­pre San Giuseppe. -

Qualche tempo dopo il treno sul quale viaggiavo ebbe un terribile urto. Gridai: San Giuseppe, aiutami! - Nel mio scompartimento eravamo in sette; sei mori­rono e solo io rimasi vivo.

Da quel giorno sono divenuto Cristia­no fervente e tutti gli anni, il 19 Marzo, adorno di fiori e di ceri l'altarino di San Giuseppe e con la mia famiglia mi pro­stro per ringraziarlo e pregarlo di cuore.