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lunedì 19 settembre 2011

Sentirsi triste

Una gentilissima ragazza romena che segue il blog sulla vocazione religiosa, mi ha scritto un'interessante lettera che pubblico volentieri.


Caro D.,
             leggo spesso il tuo blog, e oggi ho visto la lettera di quella giovane che si sentiva triste.

Vorrei compartire con te, con lei e con tutti, che ho vissuto anche io situazioni simili e, accompagnata dal mio direttore spirituale mi sono resa conto che questo sentimento di tristezza […] è generata dal peccato, dalla nostra lontananza da Dio. Molte volte ho sperimentato questo stato d'animo e molte volte sono stata vicino alla depressione, ma con uno sforzo da parte mia, un passo avanti, con la volontà di uscire da questa situazione, grazie alla confessione dei peccati e al Eucaristia, la gioia, l'amore e la allegria sono nate di nuovo nel mio cuore, non sono stata più io a vivere, ma Gesù, che viveva in me... così diceva San Paolo. Dio è cosi buono, viene sempre nel nostro cammino, ci cerca sempre, vuole che torniamo di nuovo con Lui. Lui non ci aspetta per giudicarci [...] Lui aspetta che noi doniamo i nostri peccati e le nostre debolezze, perché vuole cambiarci la vita. Anche se tutti ci giudicano, anche se io spesso mi giudico, Lui che mi ama infinitamente, mi aspetta con le mani aperte, lui mi aspetta per abbracciarmi, perché con lui mi posso sentire in sicurezza.

[…] Una cosa pratica per non sentirsi triste. La ragazza ha detto che ha passato qualche giorno di vacanza al mare, con poca preghiera e penso che siano stati giorni senza fare niente[...]. Anche io avevo tanti giorni in cui non facevo niente, ma solo guardare la televisione, perdere il tempo su internet [...]. Per combattere queste cose, si deve sempre fare qualcosa, piccole cose, ma sempre dobbiamo occupare la mente con attività davvero utili per noi e per gli altri. In questo modo ci sentiamo utili, abbiamo responsabilità e vive l'entusiasmo. Se no, la nostra mente disordinata ci fa sempre stare tristi, ci fa vivere il nostro passato doloroso o ci fa sognare il futuro, e così dimentichiamo di vivere il presente, la nostra realtà, come modalità e luogo d'incontrare il Signore.
Non ci dobbiamo arrendere mai, dobbiamo sempre lottare. Non riusciamo sempre, ma importante è non perdere il contatto diretto con Dio. Come chiamiamo la famiglia o gli amici ogni giorno per telefono, così dobbiamo chiamare Dio con un piccolo pensiero nei nostri impegni. Dio non ha vacanze, non ha pause pranzo, non ha impegni più importanti che il pensare a noi...

Coraggio per questa ragazza e per tutti quelli che si confrontano con questa difficoltà! Più spesso ci confessiamo e riceviamo Gesù nel nostro cuore, più gioia e amore sentiremo e la tristezza dormirà nel passato.

Ringraziamo il Signore per tutto, anche per tutto quello che non abbiamo!

(Lettera firmata)