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sabato 21 gennaio 2012

Maria è nostra Madre

[Pensiero di San Pio X tratto dall'Enciclica “Ad diem illum laetissimum” del 2 febbraio 1904]

Il Corso del tempo ci condurrà tra pochi mesi al giorno d’incomparabile letizia allorché, cinquant’anni or sono, circondato da una magnifica corona di Cardinali e di Vescovi, il Nostro Predecessore Pio IX, Pontefice di santa memoria, dichiarò e proclamò quale rivelazione divina per l’autorità del magistero apostolico, che Maria è stata, fin dal primo istante della Sua concezione, totalmente immune dal peccato originale. Proclamazione che nessuno ignora essere stata accolta da tutti i fedeli dell’universo con tale gioia e entusiasmo quale non si ebbe mai a memoria d’uomo e con manifestazione di fede, sia nei riguardi dell’Augusta Madre di Dio, sia per il Vicario di Gesù Cristo, così grandiosa e così unanime.

[…] come noi giungiamo attraverso Maria a conoscere Gesù Cristo, cosi pure attraverso Lei ci è più facile ottenere quella vita di cui Egli è il principio e la fonte. E ora, se consideriamo un momento quante e urgenti ragioni vi siano perché la Madre Santissima sia con noi generosa di quei tesori, quanto aumenteranno le nostre speranze! Non è Maria la Madre di Dio? Dunque è anche nostra Madre. Poiché ciascuno deve avere la ferma convinzione che Gesù, Verbo incarnato, è anche il Salvatore del genere umano. Ora, in quanto Dio Uomo, Egli ha un corpo come gli altri uomini: in quanto Redentore della nostra razza, ha un Corpo spirituale o, come si dice, mistico, il quale non è altro che la società dei cristiani legati a Lui dalla fede. "Numerosi come siamo, formiamo un solo corpo in Gesù Cristo". La Vergine non ha concepito il Figlio di Dio soltanto perché ricevendo da Lei natura umana divenisse uomo; ma anche affinché diventasse il Salvatore degli uomini appunto per mezzo di quella natura che aveva ricevuto da Lei. Questa è la spiegazione delle parole degli angeli ai pastori: "Oggi è nato a voi il Salvatore, Cristo Signore". Così, nel casto grembo della Vergine dove ha preso la carne mortale, Gesù ha preso anche il Corpo spirituale, formato da tutti coloro "che erano destinati a credere in Lui": e si può dire che Maria, portando in seno Gesù, vi portava anche tutti coloro la vita dei quali era contenuta nella vita del Salvatore. Dunque, tutti noi che uniti a Cristo siamo, come dice l’Apostolo: "le membra del suo corpo formate dalla sua carne e dalle sue ossa", dobbiamo considerarci usciti dal grembo della Vergine come un corpo attaccato alla sua testa. Per questo in verità noi siamo chiamati, in un senso spirituale e tutto mistico, i figli di Maria ed Ella, per parte Sua, è madre di noi tutti. "Madre secondo lo spirito, ma non per questo meno madre delle membra di Gesù Cristo che siamo noi". Se dunque la Beatissima Vergine è nello stesso tempo madre di Dio e degli uomini, chi può dubitare che Ella non impiegherà tutte le Sue forze presso Suo Figlio, "testa del Corpo della Chiesa", perché Egli diffonda su di noi che ne siamo le membra i doni della Sua grazia, soprattutto quello di conoscerlo e di "vivere per Lui"? Ma la Vergine non ha soltanto la lode di aver fornito "la materia della Sua carne al Figlio unico di Dio che doveva nascere con membra umane" e di aver così preparato una vittima per la salvezza degli uomini; Ella dovette anche custodirla, quella vittima, nutrirla e presentarla nel giorno stabilito all’altare. Così vi fu tra Maria e Gesù una continua comunione di vita e di sofferenza, di modo che si può applicare tanto all’uno che all’altra la sentenza del profeta: "La mia vita si è consumata nel dolore, i miei anni sono trascorsi nei lamenti". E quando venne per Gesù l’ultima ora e "Sua Madre stava presso la Croce", oppressa dal tragico spettacolo e nello stesso tempo felice "perché Suo Figlio si immolava per la salvezza del genere umano e d’altronde Ella partecipava talmente ai Suoi dolori, che Le sarebbe sembrato infinitamente preferibile prendere su di sé tutti i tormenti del Figlio, se fosse stato possibile”.